Manifesto 2024 - Intelligenza Sentimentale

L’ingegnere e futurista Paul Pallaghy prevede che il 2028 potrebbe essere l’anno della singolarità tecnologica, ovvero quel momento nell’evoluzione della civiltà in cui il progresso tecnologico accelera in modo incontrollabile, andando oltre ciò che siamo in grado di prevedere e comprendere, superandoci di fatto nell’unico campo in cui abbiamo sempre avuto un chiaro vantaggio: quello dell’intelligenza. Questa idea, che insieme ci spaventa e ci entusiasma, ci porta a farci una serie di domande su un mondo che al momento pare lontano, seppur di non molto, dall’essere popolato da un nostro doppelganger artificiale. È indubbio che l’intelligenza generativa alla portata di tutti sia un fenomeno da accogliere positivamente e in cui vediamo ampi margini di progresso e infinite possibilità, ma il fare umano, la sua capacità di pensare, creare e risolvere problemi non solo con la razionalità, ma con empatia, emozioni, percezioni e, soprattutto, imprevedibilità, non potrà, almeno in breve, essere replicato da nessuna macchina, che resta uno strumento al nostro servizio. Questo concetto all’apparenza banale, ma sulla cui reale complessità l’uomo si interroga da ben prima dell’avvento dell’AI, è al centro del nostro festival e, prima ancora, è indirettamente al centro di ogni magazine che con cura custodiamo e divulghiamo. Una rivista non solo è un oggetto tangibile, materico, con una forma, un peso, una particolare porosità al tatto e anche uno specifico profumo, tutte caratteristiche che già di per sé rendono ogni magazine diverso dall’altro, ma è anche un oggetto fatto di scelte, passioni, notti insonni, discussioni, team creativi che si confrontano e che dedicano ad ogni singola uscita competenze, tempo e spinta artistica. Per questa seconda edizione di Mag to Mag vogliamo esplorare cosa c’è dietro ogni progetto editoriale, cosa lo rendo unico e straordinariamente umano, ma esploreremo anche le ibridazioni, i confini che si confondono, le frontiere che con consapevolezza vengono oltrepassate, perché crediamo che i tempi siano maturi per mescolare umano e artificiale che, in fin dei conti, altro non è che un’estensione dell’umana natura. Ecco, quindi, che accanto a un laboratorio di risograph, che restituisce il fascino dell’artigianalità alla stampa, troverete esempi di riviste che fisicamente non esistono perché smaterializzate in experience 3D da “vivere” nel metaverso; tra un workshop sui tipi di carta e uno uno sulle rilegature, ci saranno talk dedicata agli esperimenti per immagini e parole che si possono realizzare con l’AI; vicino al racconto di archivi reali e collezioni compulsive, ci sarà chi ci spiegherà la facilità con cui attraverso strumenti come Chat Gpt si possono creare in poche ore “archivi” digitali che all’intelligenza umana costerebbero settimane, se non mesi di fatica. Al centro resta però l’uomo, anzi resta uno dei suoi prodotti culturali più completi: il magazine, per noi massima espressione del fare umano e un’unione perfetta di tutto. L’intelligenza è e resta sentimentale perché forse è proprio questo l’ultimo scoglio che separa noi e l’AI, se non altro perchè i sentimenti (e non intendiamo in senso romantico) sono una di quelle cose che, come “la dolcezza al core” dantesca, “intender non la può chi non la prova” e in un magazine i sentimenti, al pari dei fogli che lo compongono, pesano ancora.